Dopo aver percorso chilometri di nulla, un’ampia valle segnata dall'erosione si apre a mostrare un piccolo luogo che sembra uscito dalle fiabe. Il piccolo presepe di finestrelle incastonate nel tufo e le incredibili formazioni naturali a pennacchio incantano e stupiscono; sembra un mondo diverso e fatato, anche se in passato i “camini delle fate” sono stati scavati, abitati ed affrescati.
In Cappadocia non si può non assistere alla danza dei dervisci roteanti: nella loro tradizione, questa danza è in realtà un rituale religioso durante il quale i dervisci entrano in uno stato di trance mentre volteggiano, e volteggiano e volteggiano ancora. In effetti, i loro visi assorti ma rilassati tradiscono un’estasi e un coinvolgimento unici. Sono ipnotizzata dalle loro vorticose piroette, tanto che mi sembra sia tutta la stanza a girare con loro.
Le luci si abbassano, la ragazza con l’ampio vestito cattura l’attenzione di tutti, i suoi movimenti sembrano liquidi, i colori si fondono e poi si separano, la sua interpretazione è di un eccezionale magnetismo. Sono incapace di staccare gli occhi da lei, soggiogata come un cobra dal suo incantatore.
Forse, dopo tutto, qui c’è davvero un po’ di magia delle fate...
Le luci si abbassano, la ragazza con l’ampio vestito cattura l’attenzione di tutti, i suoi movimenti sembrano liquidi, i colori si fondono e poi si separano, la sua interpretazione è di un eccezionale magnetismo. Sono incapace di staccare gli occhi da lei, soggiogata come un cobra dal suo incantatore.
Forse, dopo tutto, qui c’è davvero un po’ di magia delle fate...