Sabato scorso sono andata al centro commerciale per la prima volta dopo la quarantena: a quanto pare a nessuno importa granché di fare le file fuori dai negozi, ma soprattutto di stare in un luogo chiuso con l'aria artificiale, in mezzo a una mandria di gente che non ha capito 6 semplici parole: stare a un metro di distanza. Io stavo per soffocare; per la mascherina, certo, ma anche per tutto il resto. Mi sono sbrigata (per quanto possibile) a fare quelle due cose in croce che dovevo fare e sono scappata a gambe levate.
Oggi, per la seconda volta in meno di una settimana, sono andata a camminare in campagna, in mezzo agli ulivi, agli alberi da frutta, alle querce e alle ginestre. Otto chilometri e mezzo di libertà, a riassaporare il sole sulla pelle, la polvere sui pantaloni, gli insetti che mi ronzano intorno; a godere del venticello fresco, di una splendida vista sulla Sabina e del sapore delle ciliegie colte direttamente dall'albero.
Forse non faccio girare l'economia, lo ammetto, ma non ci posso fare niente se non mi servono molte cose materiali per vivere bene, se non ho bisogno di comprarmi l'ultimo accessorio alla moda, se i soldi scelgo di spenderli in viaggi, natura e cultura, se al cellulare prefisco una passeggiata con mia madre o con una cara amica. Sono quella che non butta le cose che si rompono, ma prova a ripararle; quella che si riempie la borsa di cartacce se non trova un cestino e se le riporta a casa, invece di buttare tutto per terra; quella che ha rispetto per il bene comune, nonostante intorno veda solo indifferenza.
Mi basta poco ma quel poco, per me, significa tutto.
Oggi, per la seconda volta in meno di una settimana, sono andata a camminare in campagna, in mezzo agli ulivi, agli alberi da frutta, alle querce e alle ginestre. Otto chilometri e mezzo di libertà, a riassaporare il sole sulla pelle, la polvere sui pantaloni, gli insetti che mi ronzano intorno; a godere del venticello fresco, di una splendida vista sulla Sabina e del sapore delle ciliegie colte direttamente dall'albero.
Forse non faccio girare l'economia, lo ammetto, ma non ci posso fare niente se non mi servono molte cose materiali per vivere bene, se non ho bisogno di comprarmi l'ultimo accessorio alla moda, se i soldi scelgo di spenderli in viaggi, natura e cultura, se al cellulare prefisco una passeggiata con mia madre o con una cara amica. Sono quella che non butta le cose che si rompono, ma prova a ripararle; quella che si riempie la borsa di cartacce se non trova un cestino e se le riporta a casa, invece di buttare tutto per terra; quella che ha rispetto per il bene comune, nonostante intorno veda solo indifferenza.
Mi basta poco ma quel poco, per me, significa tutto.
Località Grotta Marozza, Palombara Sabina